IL TRADIMENTO by BERNARD CORNWELL

IL TRADIMENTO by BERNARD CORNWELL

autore:BERNARD CORNWELL [CORNWELL, BERNARD]
Format: epub
pubblicato: 2010-02-20T23:00:00+00:00


aver edificato gli spalti, perché la tripla cerchia di mura

sembra troppo alta e i fossati tra l'una e l'altra sembrano

troppo profondi per essere opera dell'uomo.

Tuttavia, né l'altezza delle mura né la profondità dei fossati impedirono ai romani di impossessarsi della fortezza

e di passare a fil di spada l'intera guarnigione. Da quel

giorno Mai Dun era rimasta vuota, a parte il piccolo tempio di pie-tra dedicato a Mitra che i vincitori romani avevano costruito all'estremità del pianoro.

D'estate, l'antica fortezza è un posto bellissimo, dove le

pecore brucano i fianchi scoscesi delle mura e le farfalle

volano tra l'erba, il timo e le orchidee selvatiche, ma alla

fine dell'autunno, quando le giornate terminano presto e

la pioggia che viene dall'ovest colpisce la Dumnonia, la

cima è solo un altipiano spoglio e gelido, spazzato dal

vento spietato.

La strada principale che porta sulla collina sale in direzione della porta occidentale della fortezza, e la sua superficie di terra battuta era scivolosa a causa del fango il giorno in cui portai Excalibur a Merlino. Un'orda di gente comune camminava con me. Alcuni avevano sulla schiena

grandi fascine di legna da ardere, altri portavano otri pieni d'acqua da bere, altri ancora pungolavano coppie di

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buoi che trascinavano grossi tronchi o trainavano slitte

cariche di rami tagliati.

Lungo la strada ripida e sdrucciolevole, i buoi faticavano

a tirare i loro carichi sino in cima. Sul primo grande cerchio di mura coperte d'erba, alcuni uomini armati stavano

di guardia. La presenza di quei soldati confermava quanto

avevo saputo a Durnovaria, ossia che Merlino aveva chiuso Mai Dun a tutti, eccetto a chi vi lavorava.

La porta era custodita da due guerrieri. Erano entrambi

Scudi Neri irlandesi fedeli a Oengus Mac Airem, e mi domandai quante ricchezze avesse impiegato Merlino per

preparare alla venuta degli dèi quel desolato fortilizio di

terra.

Gli uomini si accorsero che non ero uno di coloro che lavoravano a Mai Dun e scesero verso di me.

Hai qualcosa da fare qui, signore? mi chiese uno di loro,

rispettosamente. Quel giorno non indossavo l'armatura,

ma avevo al fianco la spada; bastava guardarne il fodero

per capire che ero un uomo importante.

Devo parlare con Merlino risposi.

Il guerriero non batté ciglio. Qui arrivano tante persone,

signore osservò che dicono di dover parlare con Merlino.

Ma non sempre Merlino deve parlare con loro.

Allora, riferiscigli che lord Derfel Cadarn gli ha portato

l'ultimo Tesoro della Britannia.

Cercai di dare un tono di gravità alle mie parole, ma non

mi parve di essere riuscito a impressionare i due Scudi

Neri.

Il più giovane andò a portare il messaggio, e io rimasi a

chiacchierare con l'altro, che, come la maggior parte dei

guerrieri di Oengus, mi sembrò un simpatico briccone.

Gli Scudi Neri venivano dalla Demetia, il regno che Oengus si era conquistato sulla costa occidentale della Britan178

nia, ma anche se erano invasori, non erano odiati come i

sassoni.

Gli irlandesi combattevano contro di noi, ci derubavano,

ci prendevano schiavi e ci toglievano la terra, ma parlavano una lingua affine alla nostra, avevano i nostri stessi dèi

e, quando non lottavano contro di noi, si mescolavano

senza difficoltà a noi britanni.

Alcuni irlandesi, come lo stesso Oengus, sembravano ormai più britanni che irlandesi, perché la loro Irlanda,

dopo essersi sempre vantata



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